Sposarsi a Parigi: un destination wedding

Sposarsi a Parigi: un destination wedding

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Avete mai sognato di sposarvi all'estero, magari su un'isola tropicale o in una suggestiva capitale europea, e vivere l'emozione del grande giorno a quella del viaggio? Eleonora e Stefano hanno trasformato questo sogno in realtà, sposandosi nella romanticissima Parigi. Non solo il loro matrimonio è splendido da vedere - oltre allo sfondo della Ville Lumière e a questi sposi innamoratissimi, c'è il favoloso abito di Eleonora firmato Liù Atelier - è anche di grande ispirazione per chiunque voglia organizzare un destination wedding. Ecco le foto di Céline Zed!

Da Eleonora, la sposa: Penso che sia capitato a molte di fantasticare di un matrimonio in una città super romantica, come Parigi ad esempio. Ma poi poche "si lanciano" davvero con un "destination wedding". A me e Stefano è successo e non avremmo potuto desiderare un matrimonio diverso.

Viviamo a Torino, abbiamo poco più di 30 anni. Iniziamo a frequentarci alla fine del 2008 ma abbiamo l'impressione di esserci veramente trovati pochi mesi dopo quando facciamo un viaggio on the road attraverso l'Europa per portare l'Alfa Duetto di una coppia di amici da Londra a Torino (la foto simbolo del viaggio, la utilizziamo per le partecipazioni create da noi). Festeggiamo il nostro quinto anniversario a New York e mentre l'alba sorge oltre l'Empire, sveglissimi a causa del jet leg, Stefano mi propone di "fare basta con questi anniversari".


Di matrimonio avevamo già parlato e le idee erano chiare per entrambi: né Chiesa né comune, né ricevimento infinito, né pomeriggi a giocare a tetris con la sistemazione dei parenti ai tavoli... ma un breve viaggio a Parigi, accompagnati solo dalle persone più importanti per noi. Io fin da bambina adoro Parigi: è lì che ho trascorso un periodo alla fine dei miei studi, è lì che faccio ritorno appena possibile, Stefano è rimasto contagiato da questa mia passione. L'organizzazione parte con qualche difficoltà: non è facile reperire informazioni affidabili sui matrimoni all'estero, la burocrazia sembra lunga e complicata, tanti wedding planner propongono cerimonie simboliche che non rientrano nelle nostre corde. Dopo un po' di peripezie optiamo e otteniamo l'autorizzazione per un matrimonio consolare. Da lì l'organizzazione della "trasferta" è in discesa: in famiglia tutti conosciamo e adoriamo Parigi, ci aiuta soprattutto mio papà occupandosi del programma dalla prenotazione di un grazioso piccolo boutique hotel a pochi passi dal Consolato, a quella del bistrot dove torniamo sempre ogni volta che siamo in città, a tutte le attrazioni scelte per rendere speciale il soggiorno. Io e Stefano, appassionati di fotografia, ci siamo dedicati alla ricerca del fotografo: Google ci ha portati da Céline Zed, con cui siamo stati subito in sintonia al primo colloquio su Skype. I nostri abiti invece li abbiamo cercati a Torino: per me ovviamente un corto, non amando i matrimoni classici, di abiti "classici" e lunghi nemmeno ho voluto provarne!
Per le fedi invece abbiamo deciso di riutilizzare quelle dei miei nonni: ci siamo fatti adattare gli anelli alla nostra misura e alle loro incisioni, abbiamo aggiunto le nostre, sperando che il fatto che loro le abbiano indossate per più di 50 anni ci sia di buon auspicio... Prenotato viaggio, albergo, fotografo e scelti i vestiti, i preparativi possono dirsi conclusi: cose come fiori e acconciatura sono dettagli di cui non abbiamo intenzione di preoccuparci se non direttamente in loco.
Sette mesi dopo il "proposal" abbiamo preso quel TGV a destinazione Parigi. In dodici: noi, i nostri genitori, i nostri fratelli con le rispettive fidanzate e la mia migliore amica nelle vesti di mia testimone e per l'occasione anche mia make up artist.
La giornata si è svolta nella maniera più semplice possibile: io ed Elena abbiamo fatto un salto dal coiffeur davanti all'hotel, a cui ho detto "ho bisogno di un acconciatura da abbinare a un abito retrò". Rientrate in camera, ci siamo dedicate al trucco alla presenza molto discreta di Céline e quella più emozionata dei familiari. Nel frattempo Stefano si è occupato del bouquet da un fioraio del quartiere ed è poi partito a piedi con gli altri per il Consolato, nel XVI ard.
Alle 12 l'ho raggiunto accompagnata come da tradizione dal papà per la breve cerimonia civile, allietata dall'accompagnamento di un violinista (studente al Conservatorio e conosciuto tramite una bacheca online). E poi via sempre a piedi verso la vicina e famosa piazza del Trocadero, dove abbiamo fatto le prime foto come marito e moglie. Abbiamo scelto di non scattare foto a pranzo: in pochi commensali, tutti allo stesso tavolo, la presenza di un fotografo non sarebbe stata naturale. Io e Stefano ci siamo così poi ritrovati nel pomeriggio con Céline e con Monsieur F, suo compagno ma anche videomaker, per quella che loro han definito la "wedding balade", una passeggiata nuziale: anche questa molto spontanea, ridendo tra di noi e chiacchierando ditutto e di niente con loro. I giardini delle Tuilleries e il lungo Senna sono così diventati il teatro del nostro album dei ricordi e di un video suggestivo, sotto gli occhi curiosi dei passanti e dei turisti da cui abbiamo ricevuto auguri in ogni lingua del mondo. Il giorno dopo le nozze, abbiamo fatto ritorno a Torino, dove gli amici ci aspettavano per una festa informale con brindisi e musica fino all'alba.
A riguardare tutte le foto, non solo della giornata delle nozze, ma dell'intero viaggio, abbiamo sempre l'impressione di aver fatto la scelta giusta per noi. È stato un sogno, inusuale, ma reale. Ricordando tutti i dubbi e le incertezze avute nelle prime fasi dell'organizzazione, mi piacerebbe oggi mettere l'esperienza fatta a disposizione di altre spose un po' "sopra le righe". Sicuramente la pubblicazione di questo reportage è un primo passo, per spingere altre ragazze con la voglia di un destination wedding a tramutare il loro desiderio in realtà nonostante le apparenti difficoltà organizzative, ma mi piacerebbe anche "studiare" e diventare in un futuro non troppo lontano una consulente in questo ambito. Giovedì 3 luglio Parigi si è svegliata sotto un sole abbagliante e una temperatura decisamente insolita da quelle parti: oltre 34 gradi, mentre io preoccupata nei mesi prima di ero pure procurata un ombrello e la sartoria si era premurata di abbinare al vestito una giacchetta!

Credits

Cerimonia: Consolato Generale d'Italia a Parigi // Location servizio fotografico: Trocadero, Giardini des Tuileries, Lungo Senna, Pont Solferino, Pont des Arts // Fotografia: Céline Zed // Videomaker: Monsieur F // Abito Sposa: Liù Atelier, Torino // Abito Sposo: Corneliani // Hotel: La Villa Glamour

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